Comune di BEVAGNA

Parco Fluviale Storico Archeologico del Clitunno | Teverone | Timia

Porta de’ molini tra acque e terra

La ricchezza dei torrenti e dei fiumi, alcuni dei quali anticamente navigabili – su tutti il Clitunno – ha sempre contraddistinto Bevagna fin dalla sua fondazione in epoca romana. Questa caratteristica distintiva ha reso la città un luogo unico rispetto alle altre comunità collinari circostanti. Nacque con lo scopo specifico di essere una stazione di posta e uno snodo di scambio tra le vie d’acqua e le vie di terra, con la celebre Via Consolare Flaminia che attraversava la zona.

In particolare, a partire dall’epoca medievale e con sviluppi che si sono protratti almeno fino alla metà del XX secolo, Bevagna ha visto la creazione di una densa rete di mulini da grano e frantoi oleari. Questi erano disseminati nell’area circostante, alcuni addirittura all’interno delle mura cittadine stesse. Le loro ruote e macine erano alimentate dalla forza delle acque, convogliate attraverso canali artificiali derivati dai corsi d’acqua principali. Questa rete di canali si estendeva dalla Torre di Montefalco fino alla confluenza del Clitunno-Meandro nel Teverone, dando vita al fiume Timia.

Le prime testimonianze di questa straordinaria infrastruttura sono riscontrabili in documenti storici, e sono già presenti nei primi esempi di mappe e registri catastali rustici e urbani. Questa rete di mulini e frantoi è un’autentica testimonianza della storia e della prosperità di Bevagna, una città che ha saputo sfruttare saggiamente il potere dell’acqua per scopi economici e industriali.

Oggi, Bevagna conserva ancora tracce di questo ricco patrimonio idraulico, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella sua storia e scoprire il legame profondo tra la città e le sue risorse idriche.

L’area intorno a Porta de’ Molini ha vissuto una significativa trasformazione urbana a partire dalla seconda metà del XIX secolo.

Questi cambiamenti sono chiaramente visibili nelle mappe del Catasto Gregoriano e nelle successive cartografie del catasto moderno.

Nella prima area, a seguito dei gravi danni causati dai terremoti del 1801 e del 1832, si prese la decisione di demolire gli edifici esistenti e di costruire muri di sostegno per sollevare il livello del terreno fino all’altezza del Palazzo dei Consoli e dell’abside della Chiesa di San Silvestro. Questa scelta liberò spazio per il nuovo ingresso monumentale alla città, che fu progettato in concomitanza con la costruzione del ponte sul Clitunno e delle torri daziarie. Queste modifiche avevano lo scopo di agevolare il passaggio di carri e carrozze, trasformando la funzione originaria di Porta de’ Molini in un accesso secondario.

Nella seconda area, furono realizzati dei lavatoi pubblici e si ampliò la struttura del mulino ad acqua.

Questi interventi non solo hanno plasmato l’aspetto urbano di Bevagna, ma hanno anche contribuito a preservare la sua storia e a garantire un futuro sostenibile per la città